Parlare del dolore è difficile e drammatico. Rischia la retorica. E se fosse proprio chi soffre a condurre la riflessione? Allora la prospettiva cambia. Spaccato in due è l’alfabeto di Gianluca, un ragazzo di vent’anni che per due ha combattuto contro un sarcoma osseo, coinvolgendo nella sua lotta amici e compagni di scuola, trasformando, grazie alla fede, la sua e – soprattutto la loro vita. Gianluca è morto il 30 gennaio 2015, pochi giorni prima dell’uscita del suo libro, che ora resta per tutti come un messaggio di speranza.
La nostra recensione
Gianluca Firetti è un ragazzo come tanti: studia, gioca a calcio, esce con gli amici… poi, a diciotto anni, si ammala: tumore alle ossa, un male cattivo, di quelli che segnano il destino, che te lo fanno franare sotto i piedi.
Di fronte a sé ha due strade: o si arrende e si lascia consumare dalla malattia oppure stringe i denti e reagisce. Come fa. Sostenuto dalla famiglia, dagli amici (dai quali non scappa ma, al contrario, coinvolge) e dalla fede (“Gian non era arrabbiato con Dio”, scrive don Marco, vicerettore del seminario di Cremona nonché co-autore, “vedeva la sua condizione in modo sereno: sapeva di essere strumento per la ‘guarigione’ di coloro che incontrava”).
“Spezzato in due” è la testimonianza di come valga la pena vivere anche quando sembra più difficile, quando si fatica a immaginare il domani e si è tentati di lasciarsi trasoprtare, di galleggiare.
Racconta la morte. Testimonia la vita. Non è poco per un libro.
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