Nella sua terza enciclica, papa Francesco propone la terapia della fraternità a un mondo malato, e non solo di Covid. Il testo di riferimento è il documento di Abu Dhabi, il modello è quello del Buon Samaritano. Una «governance globale per le migrazioni», la richiesta del quarto capitolo. Nel quinto, Bergoglio traccia l’identikit del «buon politico» e mette in guardia dal «populismo irresponsabile». «Il mercato da solo non risolve tutto», scrive il Papa auspicando una riforma dell’Onu. «La Shoah non va dimenticata, mai più la guerra»
«Siamo stati fatti per la pienezza che si raggiunge solo nell’amore. Non possiamo lasciare che qualcuno rimanga “ai margini della vita”. Le nostre molteplici maschere, le nostre etichette e i nostri travestimenti cadono: è l’ora della verità. Ci chineremo per toccare e curarele ferite degli altri? Ci chineremo per caricarci sulle spalle gli uni gli altri? Questa è la sfida attuale, di cui non dobbiamo avere paura. […] Quello che conta è avviare processi di incontro, processi che possano costruire un popolo capace di raccogliere le differenze. Armiamo i nostri figli con le armi del dialogo! Insegniamo loro la buona battaglia dell’incontro!.»
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